Nel precedente articolo della serie “Quando per un hotel aumentare le vendite dirette significa investire” avevo individuato 2 scenari reali, quando un utente cerca soluzioni di soggiorno con Google:
- L’utente può digitare come parola chiave “tipologia di una struttura ricettiva + località del soggiorno” (hotel a roma)
- L’utente può digitare nel campo di ricerca il nome della struttura ricettiva (hotel miramare)
Se nel primo caso il turista è in una fase decisionale prematura, nel secondo caso il turista ha già avuto un precedente contatto con la struttura, per soggiorni passati o per una ricerca delle possibili soluzioni utilizzando altre risorse on line, come i portali di prenotazione oppure i siti di recensione on line.
I dati di Google Trends per categoria “Viaggi” dal 2004 in poi in Italia, mostrano chiaramente come negli anni il volume di ricerche per parole chiave generiche (il primo scenario) sono in costante decrescita
a fronte di una maggiore crescita di ricerche per siti di prenotazione on line (luglio 2013).
Pertanto sembrerebbe quasi non essere più “utile” investire in campagne di search marketing per la parola chiave “hotel+località”, anche se ultimamente Google con il servizio Google Hotel Finder ha rimesso in gioco questo scenario.
Ora, se usiamo i risultati della ricerca su Eye Tracking e li applichiamo ai due scenari individuati in precedenza, potremmo capire con estrema chiarezza che l’attenzione degli utenti si concentra nella parte superiore dei risultati di ricerca, dove un hotel può comparire attraverso:
- campagne di google adwords
- presenza in google hotel finder
- presenza in google+ local
Coprendo queste posizioni l’hotel con il proprio annuncio ottimizzato può raggiungere un’esposizione mediatica notevole e riuscire a convogliare la visibilità in accessi diretti al sito web.
Nel prossimo articolo ci concentreremo su Google Adwords, il primo blocco presente nelle ricerche quello che potrebbe catturare il 71% dei clic.