Storify è una piattaforma social network che permette in modo semplice di raccontare storie. O meglio, di raccontare storie aggregando contenuti dai social network e dal web, e di condividerle in agevolmente ed in modo virale. A costruire la storia siamo noi, basta avere creatività, contenuti e argomenti da aggregare per raccontare il fatto. Con Storify posso dare un senso a contenuti condivisi in rete dagli utenti e unirli in una trama narrativa dove il regista è colui che costruisce la storia, e gli attori sono tutti coloro che hanno condiviso contenuti sui social su un certo topic.
Cercherò di spiegarne i vantaggi con esempi concreti di utilizzo validi per ogni settore.
La storia, inizia così.
Creiamo il nostro account e facciamo i settaggi iniziali
Per prima cosa dobbiamo creare un profilo su Storify (si può anche accedere tramite Facebook o Twitter). Completate tutte le informazioni e settaggi iniziali del profilo (suggerisco come sempre l’utilizzo di keywords per le quali vogliamo posizionarci) siamo pronti per iniziare a creare le nostre storie. Importante è il collegamento con gli altri social, questo faciliterà la condivisione delle storie create.
Pensiamo e creiamo la storia
Ovviamente dobbiamo prepararci sull’argomento e sulla storia che vogliamo raccontare. Immaginiamo, ad esempio, di lavorare nel settore turistico. Possiamo essere una azienda, un consorzio o un agenzia di promozione territoriale.
Storify potrebbe a fine stagione o durante l’estate essere uno strumento utile per raccogliere storie ed esperienze, conversazioni ed emozioni condivise sui social. Ma non c’è limite alla creatività.
Se fossimo, invece, una grande azienda che organizza una convention, potremmo decidere a fine evento di collettare i contenuti in uno Storify. Se per l’evento abbiamo creato un # diventerà più facile il raccordo tra i contenuti postati dagli utenti, perché come vedremo in seguito, possiamo ricercare contenuti anche tramite hashtag.
O ancora, se fossimo un’azienda che produce informazione potremmo raccordare contenuti in rete su una determinata news e magari arricchire una nostra notizia con quello che si dice in rete su quell’argomento.
Diamo alla storia un titolo (Headline) e diamone una descrizione. Attenzione: l’Headline determinerà l’URL della storia.
Questo ha secondo me 2 aspetti importanti da considerare:
- vantaggi legati al posizionamento su Google
- vantaggi legati alla facilità di diffusione. Ma attenzione: una volta creata la storia, non modifichiamone il titolo altrimenti se avremo diffuso in giro per la rete il link, questo diventerà un link inesistente
Cerchiamo i contenuti in rete
Una volta stabilita la storia da raccontare, andiamo a cercare i contenuti. Possiamo condurre la ricerca sia direttamente su Storify che su Twitter, Facebook, Youtube, Flickr, Instagram e Google, Google Plus, Tumblr, ecc. Una maggiore integrazione tra le varie fonti da cui attingere renderà la mia storia più ricca e “multimediale”.
Particolarmente interessante è la ricerca su Twitter dove posso cercare tramite ricerca semplice, immagini, utenti specifici, liste.
La ricerca per @nomeutente ci permetterà di vedere tutti i tweet di un utilizzatore. Dunque ammettiamo ci sia un evento o un workshop: se in fase di registrazione prenderemo i dati e anche il profilo twitter dei partecipanti, potremo durante o a posteriori vedere cosa ha twittato quell’utente specifico e inserirlo eventualmente nella nostra storia.
Nella ricerca “libera”, possiamo ricercare oltre che per parole chiave anche per Hashtag. Ritornando all’esempio sul settore turistico, sarebbe interessante avere creato, ammettiamo per un territorio turistico un precedente # di condivisione. Se ben pubblicizzato l’# ha una forte valenza aggregativa e di condivisione contenuti. Questo ci consentirà di andare poi a ripescare i contenuti condivisi e crearne appunto una storia condivisa. Nella foto simuliamo la ricerca per #CalabriaTime , un # utilizzato per aggregare contenuti su quel territorio.
Dunque dal punto di vista strategico un # è molto importante per associare e condividere avvenimenti. Crea un solco comune in cui si inscrivono storie, emozioni, narrazioni degli utenti.
Su Youtube, possiamo ovviamente ricercare video e quindi dare forza multimediale alla storia ordinandoli per rilevanza, visualizzazioni, ecc
Altro ambito di ricerca contenuti è Google. Possiamo, ad esempio, fare la ricerca per “web” e ottenere risultati della pagina di ricerca. In questo modo vedremo lo snippet che appare su Google con Title e Description che potremo portare nella storia che stiamo raccontando, o anche per la categoria “news”, ”immagini” e ”gif”.
Ogni volta che troviamo un contenuto rilevante con un meccanismo di semplice “drag-and-drop” possiamo inserirlo nello stream della costituenda storia.
Tra un contenuto e l’altro trovato, inseriamo un testo che “amalgami” la storia e che sia olio della stessa
Tra una storia e l’altra posso inserire del testo ed editarlo e inoltre, possiamo inserire dei link. I testi tra un blocco di contenuto e l’altro permettono di legare, descrivere e dunque narrare la storia. Ricordiamoci poi che i contenuti nello stream possono essere spostati ed eliminati.
Finita la scrittura della storia, possiamo pertanto pubblicarla. Il testo rimarrà salvato tra le storie che abbiamo già scritto. A livello visivo darà molto l’idea di aver creato un pin / board su Pinterest.
La storia che abbiamo scritto, potrà essere editata, commentata e condivisa e sarà possibile anche embeddarla ad es. sul proprio sito.
Editare: significa che dopo aver creato la storia possiamo aggiungerne di volta in volta di nuove alla narrazione. In questo modo arricchiremo ed amplieremo la narrazione.
Condivisa: ogni storia può essere diffusa. Inserita con il codice Embed ad es. sul proprio sito. Dunque ogni volta che andremo ad aggiungere altri piccoli racconti al testo principale, la narrazione embeddata sul nostro sito si popolerà.
L’utente da cui è stato “preso” il contenuto per la creazione della storia, riceverà una volta che la storia è stata pubblicata, la comunicazione di essere stato “quoted in my #Storify story” con lo short link della stessa. Questo meccanismo diventa particolarmente interessante per Twitter.
Ammettiamo che un’agenzia di promozione territoriale possa andare a ricercare utenti Twitter che hanno condiviso contenuti legati a quel territorio. “Quotandoli in una storia” saranno citati in un tweet e a questo punto l’utente potrà sia condividere la storia con un retweet che comunicarla ai propri followers in virtù del fatto che ne è parte integrante. In questo modo la narrazione potrà ampliare la sua portata e di conseguenza il bacino di utenza.
La storia creata è in pratica un URL che potremo diffondere utilizzando il canale che preferiamo: via newsletter, sms, social media, sito web, ecc.
Embeddata: ogni storia ha un codice embed che possiamo inserire ad es. sul nostro sito/blog. Possiamo così aggiungere nuovi contenuti alla storia, facendo ad es., una TAB personalizzata su Facebook.
Conclusioni
Storify è un “social” che ci permette di creare trame narrative e di dare senso a dei contenuti degli utenti che potrebbero apparire disconnessi. Convogliamo cioè in un unico racconto i contributi di tanti narratori. Integrato in una strategia di comunicazione web, Storify, è sicuramente uno strumento virale utilissimo per aggregare e condividere. Anche in questo caso la differenza la fa chi guida. E non dimentichiamoci che più particolari e vari saranno gli strumenti che utilizzeremo per il nostro business e la creatività che useremo, maggiore sarà il valore aggiunto che trasmetteremo ai nostri clienti.